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Sagrada Familia

  • Ivana
  • 13 apr 2017
  • Tempo di lettura: 2 min

(1889-oggi)

Gaudì ebbe l’incarico per la Sagrada Familia mentre progettava Casa Vincens, la collochiamo però per ultima perché in qualche modo rappresenta la fase terminale della sua vita. Quando ebbe l’incarico, sebbene non credente, fu molto onorato del fatto che gli fosse stato assegnato e aveva stabilito circa 10 anni per portarlo a termine, salvo complicazioni finanziarie. Questa nasceva come tempio espiatorio: poteva essere realizzata solo con le offerte dei fedeli; capiamo bene dunque, che in un tempo di povertà dominato dalla prima guerra mondiale, fu difficile trovare i fondi sufficienti per rispettare il pronostico dell’architetto tanto che alla sua morte Gaudì aveva visto solo la facciata della natività.











La chiesa, cominciata dall’architetto Francisco de Paula del Villar y Lozano, aveva un’impostazione gotica; Gaudì pur rifacendosi al gotico ( si veda il viaggio a Carcasonne) inizialmente aveva ipotizzato dei campanili in pianta quadrata, che però non gli avrebbero consentito di raggiungere le formidabili altezze che poi hanno raggiunto gli archi parabolici tridimensionali che oggi si possono ammirare. Gaudì immagina questo tempio espiatorio come un grande catechismo in pietra, per cui chiunque avrebbe potuto leggervi le fasi della vita di Gesù. Prevede allora dodici campanili, quattro per ogni facciata: della natività, della passione, della crocifissione e della gloria. Di queste quattro facciate Gaudì vide realizzata solo quella della Natività. Oggi si sta portando a termine quest’opera colossale non con poche critiche. Prima di tutto alla base vi è una motivazione di appartenenza: poiché abbiamo detto che Gaudì era solito progettare, ideare e modificare in corso d’opera, non è detto che il progetto che si sta seguendo rispecchi ciò che effettivamente sarebbe stato poi realizzato dall’artista. In secondo luogo vi è una forte discordanza in termini di materiali e tecniche di costruzione per cui oggi al posto dei blocchi di pietra lavorati e assemblati sul posto, si sta procedendo mediante forme in cemento armato prefabbricate a piè d’opera e già decorate prima ancora di essere collocate nella struttura. Sicuramente questa seconda tecnica è più veloce e consona ai nostri tempi e alle nostre tecnologie, ma la mistione di metodi costruttivi che si sta realizzando, non può che lasciare dubbiosi sull’iniziativa.

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