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Casa Calvet

  • Ivana
  • 13 apr 2017
  • Tempo di lettura: 2 min

(1889)

Nonostante Gaudì stesse diventando sempre più famoso e riconosciuto per la sua genialità, non vanno dimenticati i numerosi scontri che egli ebbe con la municipalità, proprio perché i suoi progetti molte volte bypassavano le norme imposte dall’ufficio tecnico. Uno di questi controversi progetti fu quello di Casa Calvet.

Apparentemente esso è un edificio convenzionale, eppure questo fu l’unico edificio premiato dalla municipalità, non dopo una serie di problemi che l’architetto dovette risolvere. In primis vi era la necessità di garantire privacy al convento vicino, cosa che Gaudì risolse mediante l’uso del brise soleil, in secundis i due timpani arrotondati superavano l’altezza massima prevista per l’edificazione in quella parte di città: Gaudì riuscì a spuntare tale diatriba con la municipalità minacciando di lasciare incompleta l’opera e di incolpare di ciò proprio l’amministrazione!








Pertanto egli realizza i due timpani arrotondati previsti dal progetto e a sfregio li innalza con l’aggiunta di due statue: due blocchi in pietra sovrastanti due sfere che sorreggono due croci uncinate in ferro battuto. Inserisce poi all’interno delle parti basse, che si vengono a creare tra i due timpani dei busti di santi che sembrano affacciarsi dal parapetto dell’edificio.


All’interno dei due timpani, indice di un forte senso pratico, inserisce poi due carrucole che servivano a portar su i mobili e la legna. L’intera facciate segue un ritmo A-B-A-B-A messo in risalto non solo dai due timpani, ma anche dalla presenza di balconi di differente forma. Tali accorgimenti furono un escamotage per conferire movimento alla facciata. Anche in questo caso arricchisce il piano nobile con una tribuna di chiara derivazione barocca, molto decorata. A coronamento dell’entrata principale vi è il rilievo di un cipresso simbolo di ospitalità che invita ad entrare. Una curiosità, non è documentata dalle foto, consiste in una pulce che Gaudì incise sotto il battente della porta; ogni qual volta qualcuno bussava, schiaccia la pulce che simboleggia il male allontanandolo dunque dall’edificio. La facciata sul retro presenta la stessa modularità presente sulla facciata principale, solo che in questo caso ad alternarsi sono fasce di bowindow e balconi. Si noti le particolari persiane oscuratrici che aprendosi e impacchettandosi ai lati lasciano libera l’intera vetrata del bowindow.

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