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Casa Vicens

  • Ivana
  • 13 apr 2017
  • Tempo di lettura: 2 min

(1878-1880)

La prima opera di Antoni Gaudì, Casa Vicens, è stata costruita a Barcellona, per la famiglia del ceramista Vicens. E’ ispirata a uno stile moresco interpretato con molta fantasia e originalità, che non trova modelli diretti. Questa piccola ma esuberante abitazione, posta allora ai margini della città, su Carrer de Caroline, appare segnata da forti ascendenze arabe, e in particolare dallo stile ispano-islamico mudéjar.




Se gran parte della decorazione di Casa Vicens deve molto all'arte islamica, la componente verticalista, l’uso dei torrini e le soluzioni strutturali riprendono lo stile gotico, anch'esso rivisitato con grande libertà creativa.

Si noti l’abilità di Gaudì nell'organizzare sapientemente dell’esiguo spazio a sua disposizione facendolo sembrare molto più ampio: il corpo dell’edificio, infatti si staglia sulla strada e a diretto contatto con l’edificio accanto, lasciando libero il restante spazio circostante. Alla semplicità e ad una organizzazione degli spazi abbastanza tradizionale e consueta (pianta rettangolare, bowindow in corrispondenza della sala da pranzo) si contrappone l’originalità dell’alzato, vera e propria esplosione di ceramiche, aggetti, rientranze e torrette di coperture delle parti angolari dell’edificio.




Le pareti sono tutte in pietra catalana attraversate, in una prima parte, da corsi di mattoni, rivestiti poi in ceramica, che riprende a volte il tagete, a volte il girasole. Salendo verso l’alto però la struttura sembra “islamicizzarsi”, per cui la pietra catalana si lascia vestire da ceramiche nei colori del bianco e dell’azzurro che creano un interessante effetto di chiaro-scuro con lo sfondo rossastro. Notiamo comunque che si tratta di un Gaudì in formazione, anche per l’inspiegabile collocazione di angeli in pietra che guardano verso il basso, sul davanzale della loggia. Risalta comunque il suo senso pratico nei fori di aerazione presenti nel sottotetto e mimetizzati perfettamente nel gioco di asole e nella decorazione a scacchiera che le riveste.



Infine, gli audaci ritmi lineari «a colpo di frusta» degli elementi metallici che coronano l’abitazione sembrano preannunciare i tipici movimenti dell’Art Nouveau degli anni Novanta. L’uso della ceramica in funzione decorativa caratterizza la costruzione sia all'esterno, sia, soprattutto all'interno, dove si trova una profusione di piastrelle policrome, le cosiddette azukjos, caratteristiche del mondo iberico, e ancora presenti nell'architettura portoghese e brasiliana. Si tratta di formelle decorate con motivi floreali che richiamano il disegno «a foglia di palma», desunto, in parte da ornamenti micenei e greci, in parte, secondo la testimonianza dello stesso artista, da piante presenti nell'area prima della costruzione.


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